“Questo progetto ecclesiale si ricollega idealmente a tutta una serie di iniziative contrassegnate dal desiderio di confessare la fede una volta per sempre trasmessa ai santi favorendo una maggior comunione tra conduttori e tra chiese. Esso rimanda all’idea di un gruppo di chiese unite da un vincolo confessionale e collegate tra loro per mantenere e sviluppare relazioni di comunione e di servizio.”
CHI SIAMO
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Questo progetto ecclesiale si ricollega idealmente a tutta una serie di iniziative contrassegnate dal desiderio di confessare la fede una volta per sempre trasmessa ai santi favorendo una maggior comunione tra conduttori e tra chiese. Esso rimanda all’idea di un gruppo di chiese unite da un vincolo confessionale e collegate tra loro per mantenere e sviluppare relazioni di comunione e di servizio.
Nella Scrittura, la comunione tra diverse chiese locali è uno degli aspetti qualificanti dell’ecclesiologia biblica. Pur riconoscendo un’importanza fondamentale della chiesa locale, la Bibbia non ha di essa una visione autarchica e isolata. Se nell’AT le diverse tribù d’Israele vivevano le singole specificità nell’ottica della comune appartenenza al popolo di Dio, nel NT si fa riferimento a diverse chiese in relazione tra loro come “i Macedoni” (2 Cor 9,2.4), “l’Acaia” (2 Cor 9,2), le “chiese della Galazia” (Gal 1,2), “tutti i credenti della Macedonia e dell’Acaia” (1 Ts 1,7; 4,10). I rapporti tra chiese sono operativi in vista di progetti missionari (At 11,22), servizi diaconali (At 11,29; 2 Cor 9; 1 Tm 5,9), assemblee comuni (At 15). Queste indicazioni bibliche sono significative anche per il nostro contesto.
Al momento attuale, infatti, per chiese come le nostre non esistono luoghi per pensare in termini pastorali la vita e la vocazione di chiesa al di là dell’ambito locale. I responsabili di chiesa sono lasciati a loro stessi con pesi talvolta sproporzionati alle effettive risorse e a possibilità di comunione, consiglio, accompagnamento. In tal modo sono privati della “mano d’associazione”. Molte chiese sembrano procedere con un senso di pesantezza o improvvisazione senza poter concretamente beneficiare di un vero senso d’appartenenza al popolo di Dio. In più, nel nostro Paese, è storicamente mancato un polo riformato ed evangelicale di comunione ecclesiale, basato su una confessione di fede della Riforma protestante, frutto di una comunione già esistente tra i conduttori e le chiese, e mirato all’espansione del regno di Dio.
Questo progetto, ispirato al congregazionalismo di comunione, non ignora i limiti delle iniziative passate ed è consapevole anche della propria relatività e provvisorietà. Esso è altresì cosciente dell’esistenza di tanti fattori negativi come la diffusa stanchezza e sfiducia delle chiese, la tiepidezza espansiva attuale e le pressioni di vario genere che incombono sulla vita dei conduttori e delle chiese.
Davanti a tutto ciò, la franchezza cristiana non può adattarsi alla rassegnazione. Non si deve neppure scoraggiare abbandonando la gloriosa visione di Dio per il suo popolo o accontentandosi di collocarla in luoghi celesti privi di riscontro nella vita quotidiana. Per questo, è necessario onorare il progetto di Dio e servire, senza compromessi e integralmente, la causa dell’unità evangelica sulla base dell’Evangelo e, in proporzione con il grado di accordo dottrinale esistente, cooperare anche con altri nella consapevolezza che Dio solo deve essere glorificato.
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Le chiese locali che aderiscono al progetto sono Chiese Evangeliche Riformate Battiste in Italia (CERBI).
Chiese perché sono comunità di uomini e donne salvati dal Dio uno e trino per glorificarlo in ogni ambito della vita e per gioire in Lui per sempre.
Evangeliche perché, sulla base dell’autorità della Parola di Dio, sono impegnate ad annunciare e a vivere la Buona Novella e sono parte del movimento evangelico.
Riformate perché si richiamano all’eredità della Riforma protestante e desiderano promuoverla nel mondo attuale.
Battiste perché sottolineano la natura confessante della chiesa.
In Italia perché è piaciuto a Dio di chiamarle al servizio in questo Paese.
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Confessione di fede
Riconoscendo il primato della Scrittura, le chiese che aderiscono al progetto fanno gioiosamente propria la Confessione di fede battista [1689] quale base di riferimento dottrinale per la vita delle singole chiese e nel loro insieme.
Collocazione nell’evangelismo contemporaneo
Nell’ambito dell’evangelismo contemporaneo, le chiese riconoscono:
l’importanza degli impegni espressi nella Dichiarazione di Cambridge sulla necessità di un ritorno all'Evangelo [1996];
l’importanza di praticare una lettura della Scrittura che sottolinei la progressione della rivelazione escludendo la divisione tra Israele e la chiesa come nel dispensazionalismo;
l’importanza di mantenere in relazione feconda il mandato culturale delle origini e quello missionario del Risorto per una vocazione a tutto tondo in tutti gli ambiti della vita umana.
Su altre questioni riguardanti la vita interna della chiesa locale, le chiese vivono la loro specificità senza per questo compromettere la comunione tra loro. Oltre alla sottoscrizione della Confessione di fede battista del 1689 e all’adesione a questo documento, le chiese si dotano di un Regolamento interno.
DOMANDE E RISPOSTE
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CONFESSIONE DI FEDE:
Riconoscendo il primato della Scrittura, le chiese aderenti al C.E.R.B.I. chiese fanno gioiosamente propria la Confessione di fede battista (1689) quale base di riferimento dottrinale per la vita delle singole chiese e nel loro insieme.
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E' un progetto ecclesiale che si ricollega idealmente anche ad altre iniziative contrassegnate dal desiderio di confessare la fede una volta per sempre trasmessa ai santi favorendo una maggior comunione tra conduttori e tra chiese. Consapevoli che questo nostro mondo appartiene a Dio, il CERBI riguarda un gruppo di chiese evangeliche unite da un vincolo confessionale e collegate tra loro per mantenere e sviluppare relazioni di comunione e di servizio.
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Diciamo "Chiese", perché si tratta di comunità di uomini e donne salvati dal Dio uno e trino per glorificarlo in ogni ambito della vita e per gioire in Lui per sempre.
Diciamo "evangeliche", perché sulla base dell’autorità della Parola di Dio, sono impegnate ad annunciare e a vivere la Buona Novella e sono parte del movimento evangelico.
Diciamo "Riformate", perché si richiamano all’eredità della Riforma protestante e desiderano promuoverla nel mondo attuale.
Diciamo "Battiste", perché sottolineano la natura confessante della chiesa.
Diciamo "In Italia", perché è piaciuto a Dio di chiamarle al servizio in questo Paese.
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Nasce dalla coscienza che nel nostro paese è fin qui mancato un polo riformato ed evangelicale di comunione ecclesiale, basato su una confessione di fede della Riforma protestante, frutto di una comunione già esistente tra i conduttori e le chiese, e mirato all’espansione del regno di Dio.
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No. Si potrebbe dire che s'ispira al congregazionalismo di comunione. Si tratta quindi di un soggetto ecclesiale che mira a consolidare legami fraterni tra evangelici sulla base di una comune comprensione della Parola di Dio. Questo s’accorda con la Scrittura in cui si possono trovare numerose tracce di collegamenti tra chiese locali in grado d'evocare l'unità del popolo di Dio al di là delle limitazioni geografiche.
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Le coordinate confessionali rimandano ad alcuni documenti che hanno scandito il percorso del popolo di Dio nel tempo. Riconoscendo il primato della Scrittura, queste chiese fanno gioiosamente propria la Confessione di fede battista [1689] quale base di riferimento dottrinale per la vita delle singole chiese e nel loro insieme. Nell’ambito dell’evangelismo contemporaneo, riconoscono altresì l’importanza della Dichiarazione di Cambridge che pone l’accento sulla necessità di un ritorno all'Evangelo [1996].
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E' un rischio proprio a molti termini. Come si è detto, il termine evoca la natura confessante della chiesa, ma è vero che c'è anche un battismo pietista e uno liberale. Nel caso del CERBI, "battiste" è però preceduto da "riformate" per evocare non solo il radicale ripensamenti sulla natura della chiesa, ma anche l'impegno per un rinnovamento spirituale e culturale come accadde con la Riforma del XVI secolo.
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Le chiese che aderiscono al CERBI, riconoscono la progressione della rivelazione biblica e sono quindi impegnate a mantenere una relazione feconda del mandato culturale delle origini con quello missionario del Risorto. L’obiettivo concerne una vocazione a tutto tondo in tutti gli ambiti della vita umana.
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Si tratta di favorire relazioni per condividere le risorse nei vari campi dell'impegno evangelico. Al momento attuale, nell’ambito evangelico-riformato, non sembra vi siano luoghi per pensare in termini pastorali la vita e la vocazione di chiesa.
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Oltre a quanto si è detto, questo progetto di comunione tra chiese vuole offrire sostegno all'esercizio dei vari ministeri. Quindi impegno pastorale. Si tratta anche di condividere risorse nel campo dell’attività ministeriale, nel settore della formazione e nei vari servizi .
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Il CERBI vuole favorire la preghiera, la riflessione e l’azione affinché la testimonianza evangelica si consolidi, si allarghi e tocchi anche realtà non ancora raggiunte dal messaggio evangelico. Quindi impegni di testimonianza. Questo progetto ecclesiale può svolgere una funzione di consiglio e cooperazione laddove organismi missionari intendano operare in comunione con le nostre realtà. Può anche costituire un luogo per la riflessione e l’elaborazione di prese di posizione comuni su questioni come i rapporti con le istituzioni e con lo Stato. Le possibilità sono evidentemente numerose.
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Esse si sentono eredi di un popolo che ha pagato un prezzo altissimo per il riconoscimento della libertà di coscienza e che ancora oggi è perseguitato in numerose nazioni. Nel nostro paese questo popolo è ancora discriminato in quanto non ha diritto di parola malgrado si parli di laicità e pluralismo.
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Le chiese aderenti si sono dotate di alcuni strumenti. Il primo è una "Compagnia d’anziani" cui partecipano gli anziani delle chiese aderenti al progetto e anziani interessati ad esso. Il secondo strumento è una "Commissione referente" che costituisce l'organismo delle chiese e agisce nell'ambito delle linee guida fornite dalla “Compagnia degli anziani” delle chiese stesse.
Ogni anno viene organizzata un’"agape fraterna" per favorire le relazioni tra le chiese locali. Si tratta di una festa di popolo sensibile alle varie componenti delle chiese stesse che vuole contribuire a rinsaldare i rapporti di comunione e a rilanciare la visione affinché il percorso complessivo migliori continuamente.
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Certamente. Le singole chiese hanno sempre coltivato un atteggiamento di apertura e, proporzionalmente all'accordo dottrinale con altre, hanno portato avanti azioni comuni. Esse sono profondamente coinvolte da tempo anche in organismi come l’Alleanza Evangelica e Centri di ricerca e formazione teologica.
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Persuasi che la fede evangelica fornisca una visione del mondo integrata che modella e guida tutta la vita cristiana, continuiamo a dedicarci con gioia a questa confessione. Alla luce di una vocazione così alta, desideriamo che ogni sfera della vita sia pensata e vissuta nell’ambito dei parametri di questa visione del mondo. Siccome siamo persuasi che lo schema «creazione – caduta – redenzione» riassuma adeguatamente il motivo di fondo della visione del mondo biblica e riformata, proclamiamo il nostro impegno a viverlo a livello ecclesiale, interecclesiale e proecclesiale.
Uno straordinario progetto:
Il nostro desiderio è quindi quello di glorificare Dio in tutta la nostra vita contribuendo all’estensione del suo regno e facendo conoscere Dio ad altri affinché anch’essi gioiscano per sempre della Sua presenza.
Per contattare una delle chiese aderenti, si può fare riferimento alla sezione "dove" del sito